top of page

Info & Consigli Utili

Colpo di calore nel cane: come accorgersene e prevenirlo

 

In estate con le alte temperature gli animali domestici sono soggetti ad un maggior rischio di infezione da parassiti, spesso potenzialmente letali. I proprietari lo sanno bene (a volte), e intervengono con un antiparassitario.

Molto spesso però altre problematiche altrettanto letali vengono sottovalutate. Tra queste c’è il colpo di calore.

 

COS’È IL COLPO DI CALORE?

E’ l’aumento della temperatura corporea causato da condizioni ambientali (definito anche ipertermia) o colpo di calore.
Occorre tener presente che i cani non sudano e che il loro organismo utilizza un sistema di raffreddamento ad aria; i cani effettuano, infatti, brevi e frequenti atti respiratori, introducendo velocemente l’aria che, passando su una superficie bagnata (le prime vie aeree), determina una dispersione del calore. Quando la temperatura corporea diventa eccessivamente alta, raggiungendo i 41-43°C, ci troviamo di fronte ad una veraemergenza.

 

FATTORI DI RISCHIO

  • calore e umidità eccessivi

  • assenza di zone ombreggiate

  • mancanza di accesso ad acqua fresca

  • museruole che rendono difficile la respirazione

  • esercizio fisico intenso con temperature elevate

  • lasciare il cane in macchina anche per pochi minuti e con uno spiraglio aperto nel finestrino

  • obesità

  • età avanzata

  • malattie del cuore o conformazione delle vie aeree (particolarmente predisposte sono le razze cosiddette brachicefale (muso corto e schiacciato): il Pechinese, il Carlino,il Bulldog, il Boxer, etc.

I SINTOMI PIÙ EVIDENTI

  • il cane ansima affannosamente.

  • aumento della temperatura rettale.

  • le gengive sono di un colore rosso scuro o bluastre a causa dell’ossigenazione insufficiente.

  • il cane è in posizione supina e non vuole o non riesce ad alzarsi.

  • il cane sviene e perde coscienza.

  • vertigini o disorientamento.

  • grandi quantità di bava dal naso e/o dalla bocca

  • il cane barcolla o è incapace di restare in piedi

E’ importante ripetere che si tratta di un malessere piuttosto serio, considerando che se non si interviene rapidamente possono insorgere perdita di coscienza, coma e morte.

COME PREVENIRE CHE SUCCEDA

Come già detto, la cosa migliore da fare è prevenire che succeda. Quando le temperature sono molto elevate, è buona norma passeggiare il cane la mattina presto o nel tardo pomeriggio. Portate sempre con voi una bottiglia d’acqua per lui. In particolar modo ricordate che se il vostro cane è di taglia grande, a pelo lungo e nero (o di un colore scuro),  soffrirà in misura maggiore il caldo, rispetto a un chihuahua. Prendetelo in considerazione.

Mai lasciare il cane in macchina d’estate. L’abitacolo può raggiungere temperature elevatissime in pochissimi minuti! Se non potete proprio fare a meno di uscire, abbiate l’accortezza di bagnare il vostro cane di frequente, sulla testa, sul dorso e soprattutto sul petto (è una parte del corpo che li rinfresca particolarmente)

COSA FARE SE È GIÀ SUCCESSO (O SE AVETE IL DUBBIO)

  • Spostate immediatamente il cane in un ambiente fresco, ombreggiato e ventilato

  • Inondatelo con tutta l’acqua a vostra disposizione (fresca, non gelata!)

  • Dirigere un ventilatore o fare aria su queste zone bagnate per aiutare il raffreddamento

  • Non tentate di far bere forzatamente l’animale mettendogli dell’acqua in bocca (potrebbe affogarsi)

Naturalmente la cosa più importante da fare è portare immediatemente il cane dal più vicino veterinario (non correte dal vostro dall’altra parte della città, ma andate dal più vicino!). Quando il medico veterinario riceve un animale che ha subìto un colpo di calore, controlla immediatamente la temperatura corporea e la abbassa entro il range di sicurezza, se non è già stato fatto, monitorandola costantemente. Inserisce un catetere endovenoso con cui somministrare liquidi direttamente nel circolo sanguigno per contrastare la disidratazione e sostenere la funzione di cuore e reni.

La gravidanza isterica nel cane

 

QUANDO SUCCEDE?

 

1-2 mesi dopo il calore. La cagna manifesta tutti i sintomi di una gravidanza, pur non essendo incinta e non essendosi accoppiata.

 

PERCHÈ SUCCEDE?

 

La falsa gravidanza (o gravidanza isterica) è un fenomeno piuttosto frequente che va ricercato nel fatto che, in natura, solo le femmine di più alto grado gerarchico sono ammesse alla riproduzione. Dal momento che la vita selvatica comporta dei rischi non indifferenti (la mamma muoia ad esempio), anche tutta la cucciolata sarebbe destinata a morire. Madre Natura, sempre previdente, per risolvere il problema ha fatto sì che dopo ilperiodo dei calori (in un branco naturale questi sono sempre “sincronizzati”) alcune femmine manifestassero una falsa gravidanza e quindi fossero in grado di produrre latte in caso di necessità.

 

QUINDI, NON È PERCHÈ LA CAGNETTA HA VOGLIA DI ESSERE MAMMA?

 

Assolutamente no. La cagna non sogna di diventare mamma. Come dicevamo prima è più un ruolo di balia che dovrebbe assumere, per allattare eventualmente i cuccioli di un altrocane in difficoltà. Pensare che la cagna abbia una gravidanza isterica “perché ha voglia di avere i cuccioli” è un colossale fraintendimento che ha già portato alla nascita di milioni di cucciolate messe al mondo solo “per far contenta la povera cagnolina”.

 

QUALI SONO I SINTOMI?

 

I sintomi sono abbastanza semplici da riconoscere:

 

  • assunzione di comportamenti materni (cagna che si prepara la cuccia, che adotta pantofole o giocattoli come se fossero cuccioli, che ringhia a chi si avvicina ai suoi “piccoli” immaginari)

  • aumento di volume delle mammelle

 

  • presenza di latte (si parla di galattorrea: produzione di latte non associata alla gravidanza e al parto)

 

  • nervosismo

 

  • dimagrimento

 

  • vomito e nause

 

COME INTERVENIRE?

 

La terapia della pseudogravidanza della cagna si basa sull’assunzione di farmaci, sotto forme di liquidi o di compresse, che servono a bloccare la prolattina in modo da far cessare la lattazione e di conseguenza tutti i comportamenti materni indotti dagli ormoni.

Si può anche decidere di non dare nessun farmaco e la produzione di latte si arresta naturalmente dopo qualche giorno. I farmaci servono ad accellerare il processo. La presenza di latte e il conseguente ristagno potrebbe provocare infiammazioni che, calore dopo calore, falsa gravidanza dopo falsa gravidanza, potrebbero portare a una metaplasia (e il passo alla neoplasia è breve). In passato si tendeva a non dar da mangiare alla cagna per un giorno, in modo da diminuire la produzione di latte, ma è un po’ drastica come soluzione.

 

COME SI RISOLVE?

 

La terapia definitiva è ovviamente la sterilizzazione: tolte le ovaie, tolto il calore, la cagna non potrà più avere la falsa gravidanza. Far accoppiare la cagna non serve a prevenire lagravidanza immaginaria, visto che al successivo calore sarà tutto come prima. Nella falsa gravidanza della cagna non c’è alcuna componente emotiva, tutto è dovuto all’ormone prolattina. Inoltre non mungete la cagna per toglierle il latte: più la stimolate toccando le mammelle o facendole impacchi caldi e più latte lei produrrà.

 

TOGLIERE I PUPAZZETTI (FIGLI IMMAGINARI)?

 

Assolutamente si. Meglio distoglierla e portarla a fare delle passeggiate più frequenti. Anche per una cagna realmente incinta l’attività fisica è importante, con alcune limitazioni, che chiaramente in una “falsa” mamma non ci sono. Delle “distrazioni” più frequenti aiuteranno la vostra piccolina a superare più in fretta questo periodo.

La displasia dell’anca nel cane

 

 

COS’È LA DISPLASIA DELL’ANCA NEL CANE

 

L’abbiamo sentita nominare, qualcuno ne parlava al parco vicino casa, un amico ci ha detto che il nostro cane potrebbe averla. Ma cos’è effettivamente la displasia dell’anca? Cercando sul web troviamo molti articoli interessanti, ma purtroppo pieni di termini medici difficili. Proviamo a fare chiarezza: tecnicamente la displasia dell’anca è una malformazione dell’articolazione coxo-femorale (l’anca appunto). Che vuol dire? L’anca è formata dalla testa del femore e dall’acetabolo (la cavità del bacino preposta al suo contenimento). A causa della malformazione della testa del femore, avverrà una progressiva erosione delle cartilagini dell’articolazione che la renderà instabile. Detto in altro modo, il bacino del cane si muove in modo scorretto a causa del dolore provocato dall’usura dell’articolazione.

 

CAUSE

 

La displasia è una patologia multifattoriale, ossia numerosi fattori, quali quelli genetici, ambientali e nutrizionali entrano in gioco nel suo sviluppo e nel determinarne la gravità.

Componente genetica: la malattia può essere trasmessa da un genitore ad un discendente anche se il genitore non presenta displasia, perché portatore sano dei geni della malattia. Ciò vuol dire che i nonni del cucciolo erano affetti da displasia ma il genitore no. Nel caso di meticci, cani adottati in rifugi o abbandonati, è chiaro che un controllo genetico non può essere fatto. Il vero problema sono invece gli allevatori senza scrupoli che pur avendo a volte la certezza di avere un cane con displasia non esitano a farlo riprodurre e vendere i cuccioli. In alternativa tolgono dalla riproduzione il soggetto malato e continuano a fare riprodurre senza problemi i fratelli.

 

Componente ambientale: importanti fattori ambientali quali l’alimentazione, il tipo e la quantità d’esercizio fisico, traumi e possibili malattie concomitanti influiscono sullo sviluppo della malattia. Questi fattori ambientali sono in grado di incidere sul grado della displasia, ma generalmente non sulla presenza o l’assenza delle malformazioni che stanno alla base della displasia: non possono provocare la displasia ma possono aggravare la situazione.

 

COME RICONOSCERLA – SINTOMI

 

Solitamente la patologia si presenta tra i 4 e i 12 mesi di età, ma sono stati riportati casi anche fino ai 2 anni. E’ probabile che in questi casi la displasia fosse già presente ma non era stata ancora diagnosticata.

Ci sono delle razze più colpite di altre, ma nessun cane è esente. Anche i meticci possono essere affetti da displasia dell’anca. Fra le razze più colpite ci sono: boxer, pastore tedesco, rottweiler, bulldog, dogue de bordeaux, labrador e golden retriever. Come dicevamo, la razza è indicativa. E’ un problema largamente diffuso.

Sintomi

 

Scarsa resistenza all’esercizio fisico: il cucciolo si stancherà molto facilmente dopo una corsa. Molti attribuiscono questo comportamento a pigrizia o poca voglia di giocare, quando in realtà è il dolore a frenare l’attività.

 

Postura anormale: le zampe posteriori potrebbero assumere una forma che somiglia vagamente a una X.

 

La sua corsa ricorda quella di un coniglio: le zampe posteriori avranno dei movimenti innaturali.

 

Difficoltà a salire le scale o saltare in macchina: un problema correlato è anche la difficoltà ad alzarsi sulle zampe posteriori.

 

Il cane zoppica: leggi anche 7 motivi per cui il cane zoppica

 

DIAGNOSI

 

Se incontrate qualcuno al parco che guardando il vostro cane afferma con sicurezza “Il tuo cane ha la displasia dell’anca”, fate un sorriso e allontanatevi ringraziando gentilmente. Nessuno può, con certezza assoluta, fare una diagnosi in questo modo, a maggior ragione considerando il grado di informazione media che si trova nei proprietari di cani al parco.

E’ vero che generalmente il cane affetto da displasia dell’anca presenta le anche più squadrate del normale, “rumorose” e andatura a coniglio, ma un test clinico deve sempre essere eseguito in caso di sospetta displasia dell’anca. A prescindere dalla sintomatologia che può dare importanti indizi, un esame ortopedico e una radiografia potranno togliere ogni dubbio. Sottoponendo il cane a un test clinico approfondito si potranno escludere anche altri problemi che a volte hanno sintomi in comune: rottura del legamento crociato, poliartrite, neoplasie, etc.

 

TERAPIA

 

La displasia dell’anca viene catalogata riferendosi alla sua gravità. Il grado HD0 identifica un cane esente da displasia (normale); gli altri gradi sono i seguenti:

 

grado HD1 (quasi normale)

 

grado HD2 (displasia leggera)

 

displasia media

 

displasia grave

 

L’approccio terapeutico nella displasia dell’anca varia in base a diversi fattori (età, grado della patologia, coesistenza di altre patologie). Fondamentalmente ci sono due possibili strade da percorrere:

 

Terapia conservativa

 

Se il grado è basso e soprattutto se il cane non ha forti dolori si può optare per una terapia conservativa che consiste in variazioni dell’attività fisica e regime dietetico: detto altrimenti, fare più esercizio e metterlo a dieta. Queste variazioni mirano a una riduzione del peso, fondamentale per il miglioramento della zoppia; il mantenimento di un tono muscolare ottimale è essenziale in termini di qualità della vita, ma chiaramente non bisogna esagerare con l’attività fisica dato che ciò potrebbe addirittura aggravare la situazione; ottime scelte sono il nuoto e passeggiate ben controllate.

 

Intervento chirurgico

 

Per quanto riguarda il trattamento di tipo chirurgico, le scelte a disposizione sono fondamentalmente due:

Interventi ricostruttivi: rientrano in questa categoria gli interventi di sinfisiodesi pubicae la triplice (o duplice) osteotomia pelvica; la sinfisiodesi pubica è un intervento chirurgico praticato quando il cane è intorno ai 3-4 mesi di età e mira a una correzione della direzione di crescita del bacino per consentire la miglior copertura possibile delle teste del femore. La triplice (o duplice) osteotomia pelvica (dai 5 ai 10 mesi di età) è un intervento che serve a migliorare la congruenza fra la testa del femore e l’acetabolo (ricordiamo: la cavità del bacino preposta al suo contenimento).

Interventi sostitutivi: consistono nel rimpiazzare totalmente l’articolazione attraverso l’impianto di una protesi d’anca. Si tratta di un intervento molto consigliato da alcuni veterinari, ma alcuni autori nutrono parecchi dubbi sulla sua riuscita. Le protesi sono molto costose e le possibilità di riuscita non sarebbero eccezionali come molti vorrebbero far credere. Il periodo di riabilitazione piuttosto lungo e le conseguenze in caso di intervento “non riuscito” fanno propendere più per la prima soluzione.

Leishmaniosi

 

 

 

La leishmaniosi è una orribile malattia infettiva e contagiosa piuttosto diffusa in Italia, ma poco conosciuta da molti proprietari di cani. Il grosso problema è che è incurabile e può portare alla morte del cane. Se presa in tempo e con una terapia farmacologica adeguatapuò essere tenuta sotto controllo anche per tutta la vita del cane (che a quel punto non potrà mai interrompere la terapia). Non per voler mettere paura a nessuno, ma si registrano anche casi di Leishmaniosi fulminante: è importante conoscerla e sapere come prevenirla al meglio.

 

DI COSA SI TRATTA? COME AVVIENE IL CONTAGIO?

 

E’ causata dal parassita Leishmania Infantum trasmesso dalla puntura di piccoli insetti, i flebotomi (pappataci), che in Italia sono generalmente più attivi da maggio a ottobre. Le aree più colpite sono nel centro-sud dell’Italia, ma da un decennio la diffusione della malattia interessa l’Italia intera (il che non vuol dire che è venuta dal sud, ma solo che li è arrivata prima per le condizioni climatiche più favorevoli).

Si tratta di una malattia cronica, particolarmente grave, che provoca al cane danni progressivi. Si manifesta nei cani adulti, al di sopra dei 12 mesi di età, senza distinzione di sesso, taglia o razza, e quasi sempre in forma generalizzata. I principali sintomi sono:

 

Lesioni cutanee: progressiva rarefazione del pelo (alopecia) con intensa desquamazione secca, ulcere, erosioni e assenza di prurito.

 

Inappetenza e perdita di peso

 

Linfoadenopatia: ingrossamento dei linfonodi

 

Epistassi: fuoriuscita di sangue dalle narici determinata da ulcere e lesioni della mucosa nasale

 

Lesioni oculari

 

Zoppie

 

Anemia

 

Insufficienza renale

 

Diarrea

 

Onicogrifosi: crescita abnorme e ispessimento delle unghie

 

E’ importante ricordare che la malattia può anche rimanere “silente” senza nessun sintomo evidente anche per molti anni. I valori del test effettuato dal veterinario saranno a volte molto bassi e vanno ricontrollati periodicamente per accertarsi che non aumentino. Un stress improvviso (come una gravidanza ad esempio), potrebbero far aumentare i valori istantaneamente.

 

COME CURARLA?

 

Attualmente non ci sono farmaci capaci di debellare i protozoi. E’ possibile intervenire con una terapia farmacologica in grado (nella maggior parte dei casi) di controllare malattia e sintomi.

 

COME PREVENIRLA?

 

Dato che non possiamo far nulla per curarla, è molto importante agire sulla prevenzione:

 

Antiparassitari: trattare il cane con un prodotto ad azione repellente nei confronti dei flebotomi

 

ridurre l’esposizione notturna del cane al parassita, evitando lunghe passeggiate serali e non facendolo dormire fuori durante la notte(momento in cui l’insetto a spasso)

 

applicare zanzariere a maglie fitte alle finestre

 

effettuare periodicamente (almeno una volta all’anno) il test della Leishmaniosi: in caso di contagio, una diagnosi precoce può essere fondamentale.

 

Per completezza ricordiamo che dal 2012 è commercializzato in Italia un vaccino contro la Leishmaniosi.

 

IL VACCINO

Commercializzato in Italia dal 2012 il vaccino contro la Leishmaniosi fa ancora discutere. Quello che sappiamo per certo è che:

  • Per il primo anno il costo si aggira sui 200-250 euro, comprensivo dei test preliminari

  • La vaccinazione non elimina il rischio di contrarre la malattia, ma lo riduce semplicemente

  • E’ importante continuare a utilizzare i normali antiparassitari

  • La vaccinazione non esclude la necessità di effettuare il test di controllo ogni anno

  • La copertura, secondo l’azienda produttrice, non è a vantaggio di tutti i cani vaccinati, ma solo del 70% circa

Fatte queste premesse, entrando in un qualsiasi ambulatorio, avete il 40% di possibilità di incontrare un veterinario che lo consiglia, un 30% che lo sconsiglia ferocemente e il restante 30% che non lo sconsiglia ma preferisce non usarlo al momento (abbiamo chiesto a 20 veterinari in giro per l’Italia, quindi non indicative dell’opinione generale).

 

PERCHÈ DOVREMMO FARLO?

Quel che è certo, è che le informazioni della stessa casa farmaceutica che lo produce, in merito alla sua efficacia, non sono rassicuranti. Se la vaccinazione non esclude il rischio di contrarre la malattia, perchè mai dovremmo iniettare il vaccino ai nostri cani? Perchèriduce il rischio di contrarla (risposta più frequente).

Considerando però il lungo e imprevedibile periodo di incubazione della malattia, fornire dati scientifici sull’effettivo minor contagio della malattia in seguito al vaccino è piuttosto difficile. I dati forniti dalla casa farmaceutica sono riferiti a 80 beagle (poveretti), che sono stati inseriti in aree particolarmente a rischio. Non ci sembrano sufficienti. I nostri cani vaccinati saranno le effettive “cavie” di questo vaccino, e per i risultati bisognerà aspettare ulteriormente.

E’ importante continuare a utilizzare i normali antiparassitari. E se fossero solo questi a ridurre il rischio di contagio? La prevenzione tramite il vaccino non esclude il contagio della malattia, così come l’utilizzo degli antiparassitari non offre una copertura al 100%. Detto altrimenti: non esiste un modo assolutamente efficace per impedire il contagio, quindi: perchè fare il vaccino?

La copertura, secondo l’azienda produttrice, non è a vantaggio di tutti i cani vaccinati, ma solo del 70% circa (sperimentazioni prima della commercializzazione): questo dipende dal tipo di risposta immunitaria del cane. Il vaccino non contiene nè il parassita ne sue particelle, ma delle proteine della leishmania infantum in grado di stimolare la risposta del sistema immunitario del cane. Questo il motivo per cui il rischio di contagio è solo ridotto e non eliminato. Perchè fare il vaccino?

EFFETTI COLLATERALI

Fra gli effetti collaterali più comuni (e frequenti secondo i veterinari), ci sono:

  • Gonfiore

  • Arrossamento

  • Dolore

del punto di inoculazione.

  • Febbre

  • Apatia

  • Inappetenza

  • Vomito

  • Diarrea

Ad oggi non sono emersi ancora effetti collaterali più gravi rispetto a qualsiasi altra vaccinazione.

CONCLUDENDO

Rimaniamo piuttosto scettici nei confronti del vaccino contro la Leishmaniosi. L’elevato costo, le critiche, i dubbi di molti veterinari, e le dichiarazioni non rassicuranti della stessa casa farmaceutica in merito alla sua efficacia, ci fanno preferire non vaccinare al momento attuale i nostri cani.

La Parvovirosi – Gastroenterite emorragica

 

La parvovirosi è un’infezione piuttosto seria, che se curata può avere un esito positivo e una completa guarigione, ma che fa registrare un altissimo tasso di mortalità. Si tratta di una malattia estremamente contagiosa che colpisce i cani domestici: i cuccioli sono i più colpiti in assoluto, ma anche cani adulti non vaccinati sono a rischio. Ma di cosa si tratta?

 

PARVOVIRUS

 

Il responsabile è il maledetto parvovirus, che colpisce le cellule che rivestono l’apparato digerente e che provoca una serie di danni collaterali, fra i quali: disidratazione, alterazioni elettrolitiche e metaboliche, infezioni batteriche secondarie. Il contagio avviene attraverso il contatto con feci di animali infetti, ma dato che il virus è molto resistente all’ambiente esterno, può avvenire tramite “quasi” qualsiasi cosa. Nel caso in cui si sospetti che un cane sia affetto da parvovirosi, è opportuno isolarlo da tutti gli altri cani, e disinfettare ogni ambiente con candeggina. Sbarazzatevi anche di tutti gli oggetti venuti a contatto con il cane (coperte, lettini, giochi), dato che il virus può resistere anche per parecchi mesi in ambiente esterno.

I cani più a rischio

 

cuccioli fra i 30 giorni e i 6 mesi di vita

 

cani non vaccinati

 

Il vaccino fa parte di quelli fatti annualmente dai veterinari ai nostri cani. I cuccioli nati da madri regolarmente vaccinate hanno meno probabilità di contrarre l’infezione e sarebbero colpiti in modo meno grave se dovessero contrarla. Il latte di una madre vaccinata aumenta anche i livelli degli anticorpi nei cuccioli.

 

SANGUE NEL VOMITO E NELLE FECI DEL CANE

 

Dopo un periodo di incubazione di circa 5-10 giorni dal contagio, iniziano a comparire i primi sintomi, che frequentemente sono sangue nel vomito e nelle feci. Le feci sono liquide con un odore caratteristico. E’ importante fare molta attenzione a sintomi iniziali, dato che la morte può sopraggiungere nell’arco di due giorni.

Sintomi

 

Vomito con sangue e maleodorante

 

Diarrea con sangue o muco

 

Stanchezza e ridottissima attività fisica

 

Inappetenza e dimagrimento

 

Tachicardia

 

Disidratazione

 

Temperatura corporea elevata

 

Leucopenia (anomala riduzione dei globuli bianchi)

 

Nel caso in cui il virus sia stato trasmesso dalla madre durante la vita intrauterina i cuccioli infetti possono sviluppare una miocardite (una malattia infiammatoria del cuore), che può risultare in una insufficienza cardiaca e morte improvvisa.

 

PREVENZIONE E CURA

 

Come abbiamo già detto i cuccioli sono di norma protetti dall’infezione parvoviralegrazie agli anticorpi materni. E’ possibile prevenire l’infezione vaccinando i cuccioli prima che raggiungano le 8 settimane di età e ripetendo la vaccinazione ad intervalli di 3-4 settimane sino al raggiungimento delle 16 settimane di età. Nonostante il vaccino però, quando gli anticorpi materni diminuiscono e il cucciolo non ha ancora risposto ai vaccini, il rischio di sviluppare malattie dovute a organismi infettivi è più elevato.

Per evitare il contagio di altri cani è opportuno isolare quelli “infetti”, o anche solo in dubbio, e disinfettare gli ambienti frequentati con candeggina abbondante. Il parvovirus canino è estremamente resistente e può sopravvivere per mesi nell’ambiente nonostante la presenza di detergenti per la casa.

Non approfondiamo l’argomento “cura”, perchè visto che non c’è niente che possiate fare a casa, è assolutamente obbligatorio rivolgersi a un veterinario nel più breve tempo possibile. A titolo informativo, il veterinario provvederà immediatamente a invertire disidratazione, alterazioni elettrolitiche e metaboliche causate dalla malattia e prevenire o risolvere infezioni batteriche secondarie attraverso un trattamento antibiotico. Gli obiettivi fondamentali sono eliminare dolore, vomito e diarrea, restituendo al cane una buona qualità della vita e scongiurando la morte. Nella maggior parte dei casi, il cane sarà ricoverato in ambulatorio e sottoposto a una terapia medica intensiva.

bottom of page